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La produzione vinicola italiana 2013-2018 e le acquisizioni aziendali: un percorso di successo per l'internazionalizzazione delle imprese

Dedichiamo questa newsletter ad un settore che negli ultimi anni ha vissuto una crescita notevole, anche in Italia, il settore del vino.

L’attrattività del settore ne ha chiaramente beneficiato e tra il 2011 ed il 2016 si sono registrate alcune Acquisizioni/Cessioni di operatori italiani di rilievo, ad opera di attori industriali o finanziari, italiani ed esteri. Le riportiamo nella cartina sottostante:

Acquisizioni 2011-2016
Fonte
: Elaborazione di Atlhas Finance su dati Merger market

 

L’Italia nel 2017 è stata la prima produttrice mondiale, con 42,5 milioni di Hl, e dai primi dati 2018 disponibili sembrerebbe confermare il proprio posizionamento, incrementando la produzione a 48,5 mil. Hl.

Analizziamo l’andamento del settore nazionale nel periodo 2013-2018, e per farlo ci basiamo sull’Indagine Mediobanca 2019. Tale indagine sviluppa dati andamentali aggregati, derivanti dallo studio di un campione di 168 aziende con un fatturato superiore ai 25€ milioni - di cui 34 produttrici di vini spumanti(1) e 134 di vini non spumanti - e dei loro bilanci 2013-2017. Le informazioni 2018 sono dei pre-consuntivi.

Tale campione, pur non rappresentando la totalità del settore, nel 2016 ne rappresentava– ai sensi degli ultimi dati ISTAT disponibili - il 72,1% in termini di fatturato (su circa 10,3 miliardi di euro) ed il 63,8% in termini di addetti (su 21.476 occupati). Si tratta pertanto di un campione di tutto rispetto.

Le dinamiche che emergono potrebbero– in parte – differire per le numerosissime imprese più piccole, ma quello che qui ci sembra interessante sono gli evidenti spazi, in termini di crescita ed export, che gli operatori medio-grandi qui analizzati hanno saputo trovare.

A nostro giudizio la rappresentazione grafica accompagnata da brevi commenti è una forma di immediata lettura – si tratta solamente di prenderci un po’ l’abitudine – e più adatta alla natura delle informazioni che vorremmo porre alla vostra attenzione. Per tale ragione questo numero della nostra newsletter differirà nell’aspetto “tipografico” da quelle che l’anno preceduta, e probabilmente anche da quelle che la seguiranno.

Partiamo allora dallo sviluppo delle vendite del campione nel periodo 2013-2018, fatto 100 il fatturato 2013. Il grafico sottostante evidenzia una crescita davvero interessante:

Numeri indice delle vendite
Fonte
: Rielaborazione Atlhas Finance su dati Mediobanca

 

La produzione italiana vino ha conosciuto una crescita annua che aumentando di anno in anno è passata dal +5% nel 2015 al +7,5% del 2018, e l’Export è la componente che ha beneficiato maggiormente di tale sviluppo.

Dal grafico sottostante – che dettaglia le dinamiche Export per tipologia di vino – si evidenzia che la crescita più rilevante dell’Export è stata registrata dai vini spumanti.

Numeri indice dell'Export
Fonte
: Rielaborazione Atlhas Finance su dati Mediobanca

 

Ma, al di là dei diversi, ed estremamente interessanti, tassi di crescita, in che rapporto stanno ad oggi le vendite domestiche e l’Export? E quali sono i mercati più interessanti, per dimensione e/o tassi di crescita?

Il grafico seguente dà delle risposte a queste domande:

Export per area geografica
Fonte
: Rielaborazione Atlhas Finance su dati Mediobanca


Possiamo notare che:

  • La quota percentuale di produzione esportata – che si è ridotta nell’ultimo anno - è di poco superiore a quella domestica (51,3% vs 48,7%);
  • La UE è il mercato di maggiore interesse per peso (52%), con un tasso di crescita YoY 2018 del +5,6%;
  • L’Asia è il mercato con le crescite più importanti (+42,2% nel 2018), pur arrivando ormai a pesare per il 5,7% dell’export totale.

E quali sono i principali canali di distribuzione del vino italiano? Anche questa è un’informazione rilevante nel momento in cui si predispongono le proprie strategie commerciali:

I canali di distribuzione del vino italiano
Fonte
: Rielaborazione Atlhas Finance su dati Mediobanca

 

Quanto emerge dai dati disponibili è che:

  • I principali canali delle vendite domestiche sono Gdo – nettamente predominante - Ho.Re.Ca e Grossisti, che pesano per il 71%. Notiamo – ci pare interessante - che la vendita diretta è arrivata quasi ad eguagliare i grossisti e gli intermediari;
  • Le esportazioni sono - purtroppo a nostro giudizio - veicolate in gran parte dagli importatori (75%). Il peso della rete propria estera è circa ¾ di quella domestica  

I mercati di sbocco dell’export ed il loro sviluppo – esposte in precedenza – sono in realtà leggermente differenti a seconda della tipologia di vino, e quindi per tarare le proprie strategie è opportuno conoscerne il dettaglio.

Per i vini spumanti:

Export spumanti per area geografica
Fonte
: Rielaborazione Atlhas Finance su dati Mediobanca


Si nota che:

  • La quota di produzione esportata è inferiore a quella domestica (41% vs 59%);
  • La UE è il mercato di maggiore interesse per peso (54%), con un tasso di crescita YoY del +4,1%;
  • L’Asia è il mercato con le crescite più importanti (+82,2%), pur arrivando ormai a pesare per il 5,9% dell’export totale. 

 

Per i vini non spumanti:

Export vini non spumanti per area geografica
Fonte
: Rielaborazione Atlhas Finance su dati Mediobanca

 

Si evidenzia, rispetto ai vini spumanti, il minor peso del Resto del mondo (7% in contrazione vs 15,6% in crescita) ed il maggior peso del Sud America (1,7% vs 0,7%)

Terminiamo il nostro articolo con alcune considerazioni qualitative raccolte nelle interviste agli operatori in merito alle criticità principali per l’Export ed i fattori chiave di successo per la vendita domestica:

Il parere degli operatori
Fonte
: Rielaborazione Atlhas Finance su dati Mediobanca


Gli aspetti più critici per l’Export sono considerati la Concorrenza sui prezzi (51%) e la Dipendenza dagli intermediari stranieri (33%).

I due fattori chiave di successo per lo sviluppo nel mercato domestico sono considerati l’avere una Produzione eco-sostenibile (38%) ed un alto Appeal del confezionamento (35%).

Dall’indicazione di fattori di successo di questo tipo traspare a nostro giudizio un’immagine di un pubblico di consumatori in gran parte ancora poco educato al vino ed alla sua degustazione – almeno a giudizio dei produttori – nonostante il lavoro fatto in questi ultimi 10 anni dalle associazioni come ONAV ed AIS.

Se anche voi siete degli operatori nel settore del vino e vi chiedete se sia giunto il momento di ampliare il numero di etichette nel vostro portafoglio, magari su terroir diversi da quelli attuali chiamateci al 0438 173 66 96 per uno scambio di idee sull’argomento.

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NOTE:
(1) Gli spumanti italiani comprendono varie etichette e provenienze (Prosecco,“Trentodoc”, Asti, Franciacorta, ecc.) che differiscono anche nelle lavorazioni utilizzate (metodo classico per Franciacorta e “Trentodoc”, metodo Charmat per Asti e Prosecco). In tal senso differiscono dallo champagne, che si qualifica invece come prodotto dalle caratteristiche omogenee sia per provenienza (le aree coltivate a vigneto titolate all’appellativo champagne sono pari solamente al 3,6% di tutti i vigneti francesi, ca 34mila ettari) sia per il metodo produttivo, classico (o champenoise).

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